Il 07 novembre arriva al Florian Espace di Pescara “Io, Fiordipisello”, regia di Fabrizio Arcuri, prod. Accademia degli Artefatti.
Fiordipisello è uno dei personaggi secondari di “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare e Tim Crouch, apprezzato autore inglese contemporaneo, ha pensato di dare voce a questo folletto, così come anche ad altri 4 personaggi secondari di altrettante opere del bardo inglese: Cinna (dal “Giulio Cesare”), Calibano (da “La tempesta”), Banquo (da “Macbeth”) e “Malvolio (da “La dodicesima notte”). Fabrizio Arcuri ha fatto suo questo interesse, mettendoli in scena tutti quanti nel progetto “I Shakespeare” del 2013.
Nei panni di Fiordipisello c’è l’attore Matteo Angius. In scena troviamo anche Arcuri.
Dicono le note di regia: << Un personaggio non può dire quello che vuole. E se l’autore non gli fa dire niente, anche se lui avrebbe un sacco di cose da dire? Tim Crouch da un’altra, unica e ultima, possibilità a Fiordipisello, rimettendo in gioco il rapporto tra quest’ultimo e Shakespeare.
Ecco allora i sogni dell’ultimo dei folletti per raccontare la storia di un sogno. Quello di una notte di mezza estate. Il tormento e il divertimento di una condizione fantastica, ma anche così tanto reale, di chi forse avrebbe qualcosa da dire, se qualcuno gli dicesse cosa. Questa volta a Fiordipisello non mancano le parole (se non proprio quelle che lo hanno reso il personaggio che è, e che Fiordipisello prova a ricordare con una nostalgia irriducibile): gli mancano gli attori della storia di cui è autore ulteriore. Non resta che coinvolgere gli spettatori in un gioco moltiplicato di legittimità rappresentativa: chi può dire cosa e come? Gli spettatori, invitati inconsapevoli di un Sogno, diventano ora protagonisti della sua rappresentazione. Tutto è quello che era, ma è già qualcos’altro di cui non sappiamo ancora nulla.
Quel che resta di una festa (maschere e coriandoli ovunque, cibo, vino e vomito sul pavimento, echi di musiche lontane) e amori, consumati o inconsumabili, disegnano la vertigine in cui cade Fiordipisello, nel tentativo ultimo di essere se stesso (o quello che lui crede di essere). Un tentativo che è quello di tutti, testimoni silenziati di una storia a cui non possiamo rinunciare di partecipare. >>
L'Accademia degli Artefatti ha sempre lavorato mischiando linguaggi – prosa, performance, musica, video, scrittura scenica e drammaturgica – e indagando da una parte le forme dello spettacolo dal vivo, e dall’altra i meccanismi delle posizioni e delle relazioni sceniche. Sempre in un dialogo attuale e consistente con lo spettatore, interlocutore e non semplice ricettore della creazione artistica.
"I Shakespeare" è un dispositivo di indagine sulle forme del racconto teatrale.